Regolamento Story Slam

Cerchiamo storie vere, che sono capitate a voi, cerchiamo narratori, ma non (necessariamente) di professione. Ci interessano le storie di tutti: bagninie, cartolai, mediche, insegnanti, nonni, mamme e papà, single, baristi, trapeziste, scienziati, danzatori… Storie di ora o di quando eravate piccoli. Tutti hanno una storia, anche tu!

Ciascun narratore deve preparare una storia:

  • vera, capitata a lui o a qualcuno che conosce, vogliamo esperienze nelle quali tutti ci possiamo identificare;
  • ispirata al tema della serata (vedi il calendario con i temi);
  • che duri circa 5 minuti;
  • originale (per dire, non va bene raccontare un pezzo di Carver);
  • da raccontare dal vivo (non letta, non improvvisata, pensata e preparata per la serata)

Ogni serata ospiterà almeno 5 narratori. Il primo e il secondo classificato di ogni serata passano il turno. Il tema della finale verrà comunicato per tempo ai vincitori.

Non vale:

  • avere appunti o leggere;
  • usare oggetti di scena, costumi, maschere, musiche e strumenti musicali;
  • raccontare la stessa storia due volte durante il torneo.

La giuria

Alla fine della serata tutto il pubblico vota tramite un form di google.

Alcuni suggerimenti per i narratori

NO

Alieni, fate, animali parlanti, elfi, tutti i personaggi che popolano il meraviglioso boschetto della tua fantasia: siamo sicuri che fare la loro conoscenza sarebbe bellissimo e che le loro avventure ci catapulterebbero in mondi avvincenti dove potremmo per un attimo dimenticare le bollette, le miserie della nostra (e della tua) vita reale. Ma nello story slam ci piace di più sguazzare nella realtà. No alieni, ma il tuo amico, no fate ma la tizia che vuoi tanto, non animali parlanti ma tu che parli per strada da solo, non storie di spade nella roccia ma di quella volta che sei rimasto chiuso fuori di casa. Sappiamo che saprai raccontarlo in modo da farci vedere nella reale realtà tutti quegli aspetti che la rendono fantastica, memorabile, divertente, esemplare, terribile, aliena, commovente ecc ecc ecc Insomma: facce sognà con la realtà!

SI

Hai cinque minuti. Non hai un minuto, non correre. Hai cinque minuti. In cinque minuti puoi prendere l’attenzione di tutti e portarli nel tuo mondo, nella tua storia. Usali. Usali tutti. Non tagliare corto, prenditi il tuo tempo. E’ la tua oasi di tempo, togliti le scarpe, mettiti le ciabatte, accomodati sulla tua poltrona preferita, se ce l’hai, e raccontaci la tua storia. Se non porti le ciabatte va bene lo stesso, era per farti capire, non è che devi portarti le ciabatte da casa per fare lo story slam. Hai cinque minuti, non ne hai 36. Quindi non ti far prendere dalla logorrea. Prova la storia a casa, con gli amici, suona al vicino di casa e raccontagliela, fai quel che vuoi, ma sappi che dopo cinque minuti pieni abbondanti ti avvertiremo gentilmente di andare a… chiudere.

NO

Leggere è un’attività nobile, bellissima, civile. Ci piace chi legge da solo, in gruppo, in silenzio, ad alta voce. Ci piace chi legge nei prati, a letto, sui divani, ai bambini e agli adulti e anche alla Luna’s Torta. Allo story slam però no, cioè sì, cioè: ci spieghiamo. Ci sono momenti e momenti per leggere. Tipo che se incrociate uno che va di fretta per strada e lo fermate per leggergli un racconto che avete appena scritto, magari… ecco… quello non è il contesto adatto per gustare la lettura. Così come se lo fate mentre guidate. Lo story slam è un po’ così, ama chi legge ma non è una gara fra lettori di storie. Cerchiamo narratori di storie… a braccio. Qualcuno che si prepari una storia vera, che gli è successa, e la racconti dal vivo. Senza foglio, libro, scritte sulla mano… capito, no?

SI 

Pensa al pubblico. Pensa che stai raccontando la tua storia ma non sei in pizzeria con gli amici. Sei probabilmente davanti a persone che non ti conoscono. Spendi trenta secondi a far capire chi sei, più o meno, dai un contesto alla tua storia. Le storie non sono solo sequenze di aneddoti e battute. Le storie, lo so sembra incredibile, sono degli organismi con un inizio, un centro e una fine. E questi tre pezzi, in qualche modo, sono legati. Ecco, la tua storia può essere divertente, malinconica, strappalacrime, violenta, quel che vuoi, ma deve prendere il pubblico per mano e portarlo dal punto A al punto B. Arrivati al punto B lascia la mano al pubblico, così può applaudire, ché il suono di una mano sola è molto zen, ma poi, quando hai finito di raccontare, vedi che non ti fa tanto piacere.

NO

(Leggere è un’attività nobile 2. Tutto quello che abbiamo detto prima + una postilla. Preparatevi le storie con una struttura, in modo da sapere come inizierete, come finirete e quali sono gli snodi principali, ma non imparate a memoria cose scritte. Se lo fate, poi ce ne si accorge e si perde la bellezza della narrazione orale. Noi consigliamo un canovaccio e poi provare a dire le cose tante volte, cronometrandovi.)

SI

E in tutto questo gioco, ricorda di divertirti molto. Se ti diverti tu, si diverte pure il pubblico. Non devi per forza essere un attore o un professionista dello storytelling. Non devi venire a fare stand up comedy. Ci sono altri palchi per queste cose bellissime. A noi interessano le storie vostre, vere, pazzesche, raccontate bene. Su quest’ultima cosa, se volete, noi possiamo anche darvi una mano.

Non ti preoccupare della competizione, dei voti e tutto quanto. E’ un gioco. Il gioco è la cosa più seria che si possa fare, mi dicono. Ma il più grande successo sarà dato dalle persone che andranno in giro a riraccontare la tua storia. Le storie sono infettive. Contagiateci. Non ci faremo mai il vaccino contro le storie.